Perché dovrei partecipare?

La partecipazione online ai processi decisionali è tanto reale quanto quella più tradizionalmente intesa! In verità, agevola processi e situazioni prima più difficoltosi o impensabili: se desideri far parte del dibattito pubblico promosso da attivisti od organizzazioni importanti, puoi farlo tramite le numerose opportunità del web. Il digitale consente pertanto di comprendere le prassi democratiche e farne parte potendo apportare il proprio personale contributo, abbattendo barriere sociali e geografiche.

La partecipazione è d’altronde uno degli elementi principali dello sviluppo umano. Prima ancora che costituire la base di processi decisionali politici in senso stretto, partecipare, connettersi agli altri, far parte di una comunità è da sempre l’essenza primaria dell’essere umano. Facciamo parte di gruppi, ci uniamo ad azioni e incontri, formiamo amicizie e relazioni.

Possiamo considerare la partecipazione come l’essenza stessa della società, il nucleo della convivenza e del progresso sociale. In altre parole, è il processo tramite cui le persone esprimono le proprie convinzioni e preferenze, si confrontano e apportano un contributo significativo alla crescita della collettività.

Nel caso in esame, i cittadini possono sentirsi coinvolti e partecipare ai processi decisionali economici, sociali, culturali e politici. Tutti i passaggi necessari di queste procedure, dall’inizio alla fine, possono essere seguiti e svolgersi digitalmente, indipendentemente da fattori temporali o spaziali.

Resta l’importanza della partecipazione alla vita civile del paese e cambiano altresì i mezzi, oggi digitali, per farlo. Ciò contribuisce a un processo decisionale più trasparente, democratico ed efficiente, nonché a una vita civile più attiva, dai risvolti postivi tanto per l’individuo che per la collettività.

Perché dovrei…?

È facilmente intuibile il perché un individuo dovrebbe partecipare alla vita della collettività, sentendosi parte di un gruppo, di una società coesa.

Di seguito troverai una lista contenente le principali ragioni per cui è essenziale partecipare online ai processi decisionali.

Integrazione del cittadino nel dibattito pubblico

Molti dibattiti e procedure di interesse sociale e politico erano principalmente localizzate o limitate a circoli specifici. La rete digitale consente di espanderne la conoscenza alla portata di tutti. Così, il grande pubblico inizia a diventare parte delle discussioni socio-politiche.

Sta diventando sempre più chiaro che i dibattiti politici non vengono più condotti e decisi solo dai politici o dai gruppi di interesse influenti, opinionisti, lobbisti e leader. Il ruolo del cittadino è oggi chiamato a essere più attivo di un tempo, nonché più inclusivo.

 

Il fenomeno consta di due considerazioni. Da un lato, il digitale consente a molti utenti con interessi comuni di scambiarsi opinioni e organizzarsi in poco tempo, a favore o contro determinate posizioni, facendo leva sull’efficacia organizzativa di una rete molto ampia e attiva.

D’altro canto, gli stessi governi mettono a disposizione sempre più piattaforme e spazi virtuali tramite cui i cittadini possono partecipare attivamente al processo decisionale. Sia a livello europeo, nazionale o regionale, le piattaforme digitali diventano il mezzo per proporre, dibattere, esercitare pressioni, scambiare idee, dar vita a movimenti o apportare contributi per la propria città o per il quartiere nel quale si vive.

Livello europeo

  1. A livello europeo, siamo dotati, quali cittadini UE, di uno specifico strumento di democrazia partecipativa ovvero l’ICE, l’Iniziativa dei Cittadini Europei (vedi European Citizens Initiative). L’ICE è stata ideata con il fine di incoraggiare la partecipazione dei cittadini nello sviluppo delle politiche dell’UE. Grazie a questo strumento, i cittadini europei possono far sentire la propria voce chiedendo alla Commissione europea di legiferare su determinate materie. Raccolto il milione di firme come quota minima, la Commissione europea esaminerà la proposta e deciderà sulle azioni da intraprendere. Attualmente sono 7 gli Stati membri che partecipano all’iniziativa.
  2. LOD (acronimo di Linked Open Data, ovvero programma di promozione della paetecipazione civile al processo legislativo europeo) è un progetto lanciato nel 2015, su richiesta del Parlamento Europeo, e promuove lo sviluppo e l’utilizzo di strumenti che consentano alla società civile europea di partecipare alla preparazione di documenti conformi agli standard legali durante il processo legislativo, agevolando l’integrazione di questi strumenti nel quadro dello sviluppo dei cosiddetti “open data”, ovvero dati aperti e accessibili. Ciò è possibile tramite una piattaforma web che consente ai cittadini di partecipare alle consultazioni pubbliche all’interno del processo decisionale dell’UE. I cittadini possono fornire commenti e modifiche su documenti preparatori, nonché esprimere opinioni e preferenze.

Il progetto è stato realizzato dall’Ufficio delle Pubblicazioni dell’UE. Il principale risultato del progetto è un prototipo completamente funzionante di una piattaforma di partecipazione online per la discussione delle proposte legislative dell’UE. I legislatori caricano i progetti di legge sulla piattaforma online corrispondente, dove gli utenti potranno poi visualizzare, proporre e votare modifiche al testo.

Livello nazionale

  1. “Parlement & Citoyens – P&C” (Parlamento & Cittadini), Francia. P&C è una piattaforma che consente ai legislatori e ai cittadini di lavorare insieme su proposte politiche in fase di elaborazione.
  2. “OpenCoesione”, Italia. La piattaforma consente ai cittadini di monitorare e seguire le spese a livello nazionale e l’impatto che queste hanno sulla comunità. La piattaforma è pensata per incoraggiare i cittadini a ricoprire un ruolo attivo nella supervisione delle spese pubbliche e del tasso di efficienza delle politiche economiche intraprese, nonché a costruire un grado di fiducia dei cittadini nella comprensione e gestione dei fondi pubblici.

Livello regionale

  1. SenseCity”, Patrasso, Grecia. ‘SenseCity’ è un’applicazione che consente ai cittadini di segnalare problemi relativi alla propria città alle rispettive autorità pubbliche. Dalle strade ai marciapiedi danneggiati, dall’accumulo di rifiuti in determinati punti ad altri disagi, i cittadini possono, segnalando di volta in volta, partecipare ai processi di risoluzione delle problematiche urbane, migliorando al contempo la propria relazione con le autorità municipali e pubbliche. L’utente comunica il problema anche via smartphone tramite l’applicazione in modo da informare e sollecitare le autorità a intraprendere le misure più adeguate.
  2. “Open Municipal Information – Open State”, Paesi Bassi. Il programma in questione è stato applicato a livello di autorità locali, finalizzato a dare corso a una “democrazia attiva”, in cui i cittadini possono affrontare le questioni sociali in via autonoma, senza l’intervento delle autorità pubbliche. Il programma consente ai cittadini di presentare le proprie proposte alternative su come affrontare specifiche problematiche nella comunità.

Sempre più piattaforme e sistemi in diversi paesi europei consentono ai cittadini di esprimersi su leggi, decisioni e politiche. Il cittadino è chiamato a svolgere un ruolo sempre più partecipativo alla vita pubblica, sentendosi effettivamente parte di una comunità nella quale poter soddisfare le proprie esigenze secondo uno spirito democratico che è sintesi di tutte le parti civili.

Le procedure menzionate non sono destinate a funzionare alla perfezione fin dal primo giorno di attuazione, il che significa che la formulazione delle politiche inclusive e i dibattiti politici non verranno applicati tutti insieme e in un solo momento, né si potrà pretendere che le prassi decisionali tradizionali siano sostituite d’un colpo dai nuovi modelli. La polifonia civile di una società democratica è frutto di una preparazione dell’uno e di tutti nel corso del tempo.

Amministrazione più veloce ed efficiente

Siamo sempre più dentro un tempo caratterizzato da un’amministrazione digitale, che vuole farsi alla portata di tutti. La maggior parte dei paesi ha sviluppato un sistema digitale tramite cui i cittadini possono usufruire di molti servizi, se non tutti. Richiedere applicazioni e permessi, procedere con pagamenti e prenotare appuntamenti. Man mano che sempre più cittadini iniziano ad acquisire consapevolezza con le nuove piattaforme, sempre più servizi verranno digitalizzati. Le odierne amministrazioni pubbliche sono improntate a un maggiore dinamismo ed efficienza, superando le problematiche connesse alle procedure tradizionali.

Peraltro non va dimenticato quanto la digitalizzazione dei servizi pubblici si ponga in antitesi a fenomeni di corruzione e cattiva gestione amministrativa. L’automatizzazione e la trasparenza dei processi decisionali è certamente un ostacolo in più, e non poco rilevante, all’insinuarsi di fenomeni antigiuridici nel mondo dell’amministrazione.

Organizzazione, inclusione, tempo e costi sono aspetti chiave della partecipazione online ai processi decisionali. Dal momento che tutti i dati e le informazioni sono memorizzati su spazi digitali, i servizi diventano molto più veloci e i dipendenti più efficienti, un vantaggio tanto per l’amministrazione che per il cittadino.

Polifonia – molte voci un solo coro

Le pratiche di partecipazione online ai processi decisionali consentono ai cittadini di affrontare direttamente e risolvere questioni che li riguardano tramite forum o siti governativi. Chiunque può comunicare con il servizio pubblico competente, a seconda della questione, per risolvere il problema.

Un ottimo esempio viene dal Regno Unito, dove un cittadino può creare e portare avanti la propria personale petizione. In tal caso, se le firme raccolte a sostegno della petizione superano una certa soglia numerica, l’argomento deve essere preso in considerazione e affrontato dal parlamento del Regno Unito. In questo modo i cittadini hanno tutti un potenziale potere d’intervento e sollecitazione nel dibattito pubblico.

Votazione online

Dagli albori della democrazia le elezioni sono state il principale, se non unico, modo di incidere sul dibattito pubblico. Dalle elezioni degli studenti per eleggere i loro rappresentanti nei rispettivi organi studenteschi, alle elezioni nazionali, le persone si riuniscono nei seggi elettorali per esprimere il sostegno al candidato di loro preferenza. Ciò implica spesso recarsi ai seggi elettorali, percorrendo talvolta lunghe distanze. Le distanze geografiche così come le lunghe file in coda alle urne possono in tal senso costituire un motivo di esclusione dalla partecipazione alla vita democratica del paese per tutti coloro che hanno difficoltà in termini di tempi e costi.

Le elezioni nei sindacati dei lavoratori, nelle associazioni, nelle aziende, nelle cooperative, etc., si stima abbiano un’affluenza di votanti molto più alta se effettuate online. Le procedure consentono ai cittadini di partecipare direttamente e comodamente da casa utilizzando le piattaforme dedicate. Il processo di voto è diventato molto più facile rispetto a quello fisico usato in alcuni paesi europei. Niente code, niente attese in fila, niente viaggi di andata e ritorno per lunghe distanze, nonché un miglior controllo della trasparenza del processo.

Inclusione civica

L’introduzione degli strumenti di partecipazione online ai processi decisionali è ancora lontana dall’essere una realtà consolidata nella maggior parte dei paesi europei e, soprattutto, è un procedimento complesso per la maggior parte dei gruppi svantaggiati, sia per i cittadini nativi che per i richiedenti cittadinanza, immigrati etc.

È importante comprendere come esercitare pressioni su diversi gruppi sociali, che sia tramite l’invio di semplici e-mail alle autorità preposte, quali il sindaco del comune di residenza, o ancora controllando i dati di spesa online del comune e creando un gruppo di pressione locale, o definendo gruppi di partecipazione per chiedere cambiamenti. Purtroppo, la partecipazione online è ancora limitatamente diffusa nell’Unione Europea sia in termini di piattaforme di voto, sia in termini di consapevolezza e competenza minima nell’utilizzo (portali di dati aperti, piattaforme di amministrazione digitale o servizi ad hoc per i cittadini). Di conseguenza, la partecipazione online è ancora lontana dal rendere le voci di persone svantaggiate, immigrati, gruppi vulnerabili e anziani parte del processo decisionale della comunità.